I denti del giudizio portano con sé numerosi dubbi e questioni: a che età di sviluppano, nasceranno storti, faranno male quando usciranno, fa male estrarre i denti del giudizio? In questo articolo cerchiamo di capire di cosa si tratta e di rispondere ad alcune domande.
L’origine del nome del dente del giudizio è così antica che anche la cultura latina si riferisce a questo gruppetto di denti come dens sapientiae, i denti della sapienza. Questi non sono altro che un quartetto di molari che di norma fuoriescono dalle gengive tra i sedici e i venticinque anni d’età, condizione particolare cui devono il proprio nome. È interessante notare che ciascuno di noi eredita questi denti da un’epoca remotissima in cui gli uomini avevano addirittura bisogno di un molare in più per poter masticare correttamente cibi crudi e ostici, tipici dell’alimentazione primitiva.
Con l’evoluzione dei costumi e della cultura alimentare, il dente del giudizio ha perso la sua funzione originale e oggi nasce senza arrecare danni o disturbo al paziente. Si è addirittura scoperto che tanto più ci si allontana dall’equatore tanto meno le persone tendono a sviluppare i denti de giudizio. Normalmente i soggetti con una mandibola e mascella molto sviluppate accolgono senza troppi problemi la nascita dei denti del giudizio poiché hanno molto spazio a disposizione per emergere e disporsi nell’arcata dentale senza dar fastidio ai loro “vicini”.
In generale, però, la posizione dei denti del giudizio può risultare abbastanza scomoda e può creare delle difficoltà anzitutto per una loro corretta pulizia. Potrebbero svilupparsi, infatti, non perfettamente allineati all’arcata dentale, impedendo quindi una pulizia dei denti approfondita e una conseguente carie. Lo stesso dente potrebbe non fuoriuscire completamente dalla gengiva, rimanendo quindi solo parzialmente scoperto. In questi casi capita che i residui di cibo e batteri vadano ad accumularsi sotto la gengiva fino a provocarne un’infiammazione. In alcuni casi più gravi il dente del giudizio potrebbe rimanere del tutto sommerso nella gengiva sviluppandosi in orizzontale o andando a ramificare le sue radici in prossimità di un nervo mandibolare determinando nel paziente nevralgie piuttosto dolorose. Sono responsabili dello scrocchiare della mandibola, poiché si interpongono alla corretta chiusura, oppure se fuoriescono ma non si sviluppa il contrapposto, si vanno a creare degli squilibri alla lunga dannosi nella bocca del paziente. In questi casi è richiesta l’estrazione chirurgica del dente necessaria per eliminare qualsiasi tipo di dolore e fastidio nell’atto della masticazione.
Per quanto riguarda il dolore dell’operazione, l’estrazione è eseguita rigorosamente sotto anestesia e non provoca quindi alcun dolore nel paziente.