Purtroppo è inevitabile: con l’andare del tempo il sorriso perde di lucentezza e i denti assumono sfumature più scure e gialle esteticamente poco piacevoli! Le cause sono varie, dovute all’età, al modo scorretto o non sufficiente di utilizzare spazzolino e filo interdentale a casa, danni congeniti dello smalto, fluorosi (eccessivo dosaggio di fluoro) o in seguito alla devitalizzazione di un dente.
Vi sono poi motivi legati alle abitudini alimentari del paziente come ad esempio l’assunzione prolungata di te, caffè, vino e fumo di tabacco che donano la tipica pigmentazione gialla all’arcata dentale, o magari l’assunzione di antibiotici quali la tetraciclina in fase di sviluppo dei denti.
I metodi di sbiancamento hanno storia antichissima: già fenici e antichi romani si cimentavano in impacchi di cera e urea per rendere i loro denti più bianchi. Nel Medioevo invece i metodi si fecero più “aggressivi”: si applicavano delle soluzioni acide per sciogliere lo strato superficiale di smalto e se il risultato non era quello sperato, si limavano i denti stessi con una raspa fino a far emergere smalto bianco. Dall’Ottocento si cominciò ad usare perossido di idrogeno, ma la concentrazione piuttosto elevata della sostanza risultava piuttosto pericolosa per i pazienti. Da allora le tecniche si sono evolute a tal punto da poter contare su diverse modalità di sbiancamento dentale effettuabili sia autonomamente dal paziente che in uno studio odontoiatrico. La scelta della modalità varia naturalmente in relazione alla condizione dei denti che si vuole andare a sbiancare.
Il metodo di sbiancamento da adottare varia rispetto alla causa che l’ha provocato: i denti a polpa viva (quindi non devitalizzati) possono tornare a un bianco brillante attraverso un procedimento di sbiancamento esterno (external bleeching). Al paziente verrà apposto un gel a base di perossido di idrogeno (con una concentrazione circa del 40%) . Lo stesso risultato può essere ottenuto grazie all’home bleaching attraverso l’utilizzo di mascherine individuali personalizzate sull’arcata dentale del paziente.
Diverso è il metodo da adottare nel caso in cui il dente interessato abbia subito una devitalizzazione o una cura canalare. Lo sbiancamento in questo caso è interno (internal bleaching) e va seguito attentamente da un dentista: il gel va infatti posizionato all’interno del dente stesso praticando un foro sulla parete palatale del dente per accedere alla camera pulpare del dente.
La procedura di sbiancamento tanto domicialiare che in studio e assolutamente sicura e non presenta alcun rischio per il paziente. Un lieve effetto collaterale possibili è un aumento della sensibilità del dente agli stimoli termici freddi, che rientra però nel giro di qualche giorno al massimo.
Al fine di ottenere il massimo del risultato sarebbe opportuno non consumare tutte quelle sostanze che rilasciano pigmento sulla superficie del dente: tè, caffè. Sigarette, tabacco, bevande e bibite colorate come il vino o i cocktail, i sughi, le verdure come carciofi, pomodori o carote, fragole, frutti di bosco e marmellate, caramelle colorate e colluttori.