Paolo è il chirurgo maxillo-facciale di Giovane Odontoiatria. Non è semplice spiegare quale sia la sua specializzazione, per questo abbiamo lasciato a lui l’arduo compito di illustrarcela in questa breve intervista in cui ci confessa la sua passione per il tiramisù, la pasta fresca e Calcutta.

Oggi sei consulente e chirurgo nella squadra della Giovane Odontoiatria: chi ha il merito di averti coinvolto?

P: Conosco Vincenzo da tantissimo tempo: eravamo compagni di corso all’università ed entrambi abbiamo affrontato un’esperienza formativa molto importante in Spagna che ci ha connesso a livello professionale.
Al di là di questo, io e Vincenzo abbiamo un’amicizia quasi decennale e collaborare con lui e sua sorella Beatrice è un piacere.

Conoscevi già Grottaglie?

P: L’ho conosciuta grazie ai fratelli Giovane, che mi hanno fatto scoprire una città bellissima. Mi ha subito colpito la bellezza dei vicoli di Grottaglie, e dei murales dipinti sui muri nascosti in ogni angolo.

Tu sei pugliese doc…

P: Sono barese doc!

Allora non avrai problemi a dirci cosa ami della tua regione?

P: Invece mi metti in difficoltà: non saprei nemmeno da dove cominciare. Una cosa è certa però: la luce e il mare della Puglia sono insostituibili.

Anche tu – come gran parte dello staff di Giovane Odontoiatria –  hai studiato all’estero!

P: Si, sono stato in Spagna quando studiavo Odontoiatria, ho fatto l’Erasmus a Madrid e ho imparato lo spagnolo. Conosco anche l’inglese naturalmente, ma il periodo in Spagna mi ha lasciato una nuova lingua e un sacco di competenze in più!

Cambiando improvvisamente argomento, raccontaci del tuo libro e della tua canzone preferita, per farti conoscere un po’ di più.

P: Di recente sono ossessionato da Kiwi di Calcutta, ma per quanto riguarda il mio libro preferito sono molto indietro: sono rimasto al manuale di otorino-laringoiatria.

Allora magari un film?

P: Di recente ho visto un film di guerra su Netflix che non mi  è piaciuto per niente. Era talmente brutto che non ricordo nemmeno il titolo. A volte Netflix regala amare delusioni.

 

Sicuramente non sarà stato peggio del tuo peggior paziente…

P: Senza dubbio! Una volta ho avuto come paziente una signora che ha usato la poltrona del dentista come se fosse quella dello psicologo: dopo ore di intervista, intervento e pianti ha deciso di andarsene senza saldare con lo studio, pretendendo inoltre un aiuto costante per telefono. Un film dell’orrore.

Pianti? Questo non è incoraggiante…

P: Beh la signora era unica nel suo genere. Capita di incontrare sulla strada pazienti che hanno paura del dentista, ma ad oggi la nostra professione ha sviluppato e messo a punto numerosissime tecniche che aiutano chi è seduto sulla poltrona e chi sta lavorando dall’altra parte a gestire ansie, paure e dolori. Potremmo quasi considerarla una nuova esperienza, quasi rilassante.

Tu cosa fai per rilassarti invece?

P: Viaggio, ho scoperto che viaggiare è l’unica cosa che seppur pagando ti rende più ricco quindi appena posso salto su un aereo e parto. L’ultimo viaggio fatto è stato fantastico: Cile e Bolivia con vecchi amici.

Avrai fatto un sacco di cose incredibili…

P: È vero, però una delle cose più belle che ho fatto nell’ultimo periodo è stato insegnare a mio figlio ad andare in biciletta. Quando l’ho visto che riusciva a pedalare da solo, ho provato una sensazione impagabile. Ti fa sentire grande, unico.

Passiamo a qualche domanda a raffica, rispondici senza pensarci troppo. Dolce preferito?

P: Tiramisù senza dubbio. Di recente ho visto una ricetta che aggiunge sostituisce ai savoiardi i biscotti con le gocce di cioccolato, una cosa incredibile.

Caffè o te? Vino o Birra?

P: Bevo caffè ma dovrei smettere perché mi rende nervoso. Invece tra vino e birra preferisco cento volte la birra: ti disseta, ti rende allegro, felice. Il vino va bene per pasteggiare, ma la birra rimane la numero uno.

Pasta lungo o pasta corta?

P: Il rigatone per me è l’emblema della pasta. Ma sono anche barese doc, quindi l’orecchietta vince su tutto. Anzi, in generale, la pasta fresca.

Se potessi descrivere la tua professione in una metafora?

P: Ah beh non lo so, intanto ti dico che io sono quel tipo di dentista che si occupa di ciò che normalmente nessun non ha voglia di trattare: mi occupo di problemi articolari e dolori facciali atipici. Se vuoi trovare tu una metafora…

Possiamo provare con una citazione: “Da grandi poteri derivano grandi responsabilità!”.
Quando non fai il tuo lavoro che fai?

P: Sto con i miei figli, se c’è anche il sole e fa caldo allora passo la giornata perfetta.