Oggi abbiamo incontrato Vincenzo Giovane, co-fondatore della clinica ed esperto di odontoiatria conservativa ed estetica restaurativa del sorriso. In poche parole, Vincenzo ha un dono nel restituire ai pazienti un sorriso perfetto in meno di tre ore di intervento non invasivo. Abbiamo cercato di conoscerlo più da vicino per scoprire un po’ i suoi interessi!

Beh la domanda “Come hai conosciuto Bea e Vincenzo” forse non devo nemmeno fartela!

V:È mia sorella! La conosco da più di venticinque anni!

Sappiamo che sei un professionista affermato in Spagna, cosa ti ha fatto decidere di ritornare in Puglia?
V:Per me la Puglia è un mix unico di vari elementi che creano una regione importante per l’Italia. Il benessere che si vive grazie al clima, alle bellezze naturali e alla cultura culinaria sono davvero irripetibili in tutto il mondo e finalmente questo territorio si sta prendendo delle rivincite.

E Grottaglie invece?
V:È la mia città, sono nato e cresciuto qui e nonostante io viva all’estero da 12 anni è un posto del cuore. Dalla mia città adoro il quartiere delle ceramiche: è una parte del paese che ha davvero un carisma insolito. Non ci sono abitazioni, non passano macchine e il silenzio che regna nelle botteghe da proprio l’idea della dedizione e dell’amore per il lavoro. C’è una piazzetta nel quartiere da cui si vede tutta la città, quello è il mio luogo preferito.

Adesso dove vivi invece?
V:Mi divido tra Madrid e Grottaglie. Sono un madrilegno dal cuore pugliese.

Quindi conosci lo spagnolo…
V:Mi definisco quasi madrelingua, lo ascolto ogni giorno da dodici anni ormai! Capisco e parlo anche l’inglese naturalmente, e da poco ho cominciato a studiare il francese. Grazie alla clinica sono tornato in Italia, sto realizzando il sogno di rivivere le mie radici e allo stesso tempo creando qualcosa da zero, grazie a tutto quello che ho imparato nei miei anni di studi.

Perché hai scelto questa carriera?
V: Ho sempre voluto dedicarmi a qualcosa che fosse scientifico. Volevo fare medicina e in particolare chirurgia plastica. Ero affascinato dal lato ricostruttivo di quella dimensione. Mi piaceva l’idea di dover avere un occhio creativo anche in un lavoro scientifico. Ma sono sempre stato convinto che la libera professione, il poter gestirmi liberamente e crescere professionalmente dove volessi fosse un requisito fondamentale per il mio futuro. Odontoiatria era perfetta per me, è la mia specializzazione in estetica restaurativa e odontoiatria conservativa mi permettono di dare ogni giorno un tocco artistico al mio lavoro.

Come ti definiresti con due oggetti?
V: Beh due oggetti rappresentativi potrebbero essere il pennello e un quadro pop art, e come vedi fanno parte del mondo dell’arte.

Quindi ti vedi come un pittore.
V: No, sono più uno scultore che lavora per realizzare oggetti piccolissimi che siano il più vicino possibile a ciò che la natura ha creato!

Ci racconti qualche aneddoto su uno dei tuoi peggiori pazienti.
V: Mi ricordo una signora, una mia paziente, che pretendeva che le rendessi il sorriso talmente bianco che non esisteva un composto chimico che la accontentasse. Pretese di farsi cambiare le faccette tre volte, alla fine però fui io a dire basta. Era un lavoro folle!

Beh sono rari i pazienti che tornano così volentieri dal dentista..
V: È vero, perché le persone hanno di noi un giudizio fondato su delle passate esperienze. Ma io lavoro in modo completamente diverso, la prima cosa che ho imparato a Madrid è stato come approcciarmi al paziente, imparando un tatto e una manualità che lo mettesse sempre a proprio agio.

Chiediamo anche a te, cosa fai quando non lavori?
V: Dipende! Viaggio molto in questo periodo. Sono appena stato a Parigi e l’ho girata con degli amici parigini. Mi hanno fatto scoprire una città completamente diversa da quella che conoscevo. Ma per rilassarmi davvero ci vogliono solo tre cose: mare, buon vino e il tramonto davanti!